ENPAP ha messo in pagamento le ulteriori 8.000 indennità Covid-19 che mancavano per coprire il mese di marzo.
Come noto, le indennità previste per gli iscritti agli Enti di Previdenza dei professionisti potevano contare su un fondo iniziale di 200 milioni di euro.
Tale fondo è risultato, già pochi giorni dopo l’apertura del periodo per presentare domanda, insufficiente a coprire tutte le richieste pervenute.
Tutti gli Enti di previdenza hanno quindi dovuto, una volta raggiunto il plafond a loro destinato, sospendere l’erogazione dei bonus.
ENPAP e gli altri Enti hanno avviato sin da subito un’azione congiunta di sensibilizzazione affinché il Governo e i Ministeri intervenissero con un ulteriore stanziamento.
Senza di esso, sarebbero rimasti esclusi molti professionisti, peraltro in base al criterio dell’ordine cronologico di presentazione delle domande – purtroppo previsto dai precedenti decreti del Governo – e non sulla valutazione del reale bisogno.
Non sono tuttavia ancora risolte le altre disparità che hanno caratterizzato questa forma di aiuto dello Stato.
Restano infatti comunque esclusi tutti i pensionati ancora in attività, spesso con pensioni di importo assolutamente inadeguato perché calcolate con sistema contributivo.
Restano inoltre escluse diverse categorie di lavoratori invalidi.
Infine restano esclusi i professionisti che svolgono un doppio lavoro e quelli che non possono autocertificare di aver percepito un reddito nel 2018.
Si tratta di esclusioni arbitrarie, che non hanno nessuna attinenza con il bisogno delle persone.
Per tutte queste categorie di lavoratori, cittadini come tutti gli altri, ENPAP continua ad agire insieme ad AdEPP presso il Governo e i Ministeri.
È necessario che i prossimi decreti – che sembrano di imminente pubblicazione – sostengano con reale equilibrio ed equità i nostri Colleghi e le loro famiglie. Questo obiettivo continuerà a orientare l’impegno di ENPAP.