Data pubblicazione 25 Novembre 2016

Demografia e redditi degli Psicologi nel 2015

ENPAP raccoglie ogni anno i contributi previdenziali di tutti gli psicologi liberi professionisti in Italia. Questa raccolta è accompagnata, dall’inizio del nostro mandato nel 2013, da alcune semplici domande che ci stanno permettendo di cogliere meglio alcuni tratti della nostra categoria.

I dati che seguono sono tratti da estrazioni statistiche ancora parziali, e quindi sono approssimati. Ma danno comunque l’idea delle tendenze demografiche e reddituali della popolazione degli psicologi iscritti ENPAP.

TREND GENERALE. Anche per il 2015 si conferma una crescita della raccolta totale di contributi. Segno che il trend di aumento del fatturato complessivo di categoria non accenna a fermarsi da quando, nel 1997, l’Ente ha iniziato la sua attività. Siamo passati da 116 milioni di euro di fatturato complessivo iniziali, agli oltre 800 milioni di euro di oggi. Questa la ‘vendita’ complessiva di psicologia in Italia.

DEMOGRAFIA. Gli psicologi iscritti all’ENPAP oggi sono circa 53.000. Per circa l’82,5% sono donne e per circa il 17,5% uomini. Gli iscritti con figli sono poco più di 16.700, e c’è una sostanziale parità fra psicologi sposati e non sposati.

ETÀ. Le fasce d’età al 31/12/2014 sono queste: fino a 39 anni, 22.794 psicologi (circa la metà). Fra i 40 e i 49 anni, 13.972 psicologi. Dai 50 anni in poi, 9686 psicologi. È un dato significativo che la metà della popolazione professionale è fatta di under 40, persone con trent’anni di vita professionale davanti. L’età è necessariamente uno dei fattori determinanti per definire le politiche dell’ENPAP.

REDDITI. Il reddito medio 2015 di tutta la popolazione degli iscritti è di circa 13.500 euro. Ma occorre analizzarlo alla luce di due variabili di non poco conto, che incidono entrambe sull’impegno dedicato alla professione.
La prima variabile: il 20% circa degli iscritti ha redditi sotto i 5000 Euro, segnale di una professione esercitata in via residuale oppure non ancora avviata.
La seconda variabile: il 22% circa degli iscritti ENPAP ha anche altre posizioni previdenziali aperte (in genere INPS), segno che svolge altre attività in regime di lavoro dipendente.

GLI PSICOLOGI A TEMPO PIENO. Considerando solo gli iscritti ENPAP che esercitano la libera professione come unica attività, ed escludendo chi ha redditi inferiori a 5.000 euro, otteniamo un numero di psicologi pari a 26.000 circa, con un reddito netto di circa 21.200 euro annui.
Gli iscritti con altre posizioni aperte, che quindi svolgono anche un lavoro dipendente, ed escludendo i redditi inferiori a 5000 euro, otteniamo una popolazione di 5.366 persone con un reddito netto medio di circa 16.600 euro annui.

GLI PSICOTERAPEUTI. Esiste una differenza reddituale fra chi è anche psicoterapeuta. Sono circa 30.500 colleghi, pari al 60% circa del totale, e la media di reddito è di circa 16.900 euro.

IL GAP FRA UOMINI E DONNE. La differenza reddituale fra uomini e donne si ripropone purtroppo anche quest’anno: gli uomini guadagnano in media 17.900 euro circa, le donne 12.500 euro circa. In questa media rientrano sia i redditi inferiori a 5.000 euro che gli psicologi che esercitano anche altra attività professionale come dipendenti, e quindi sono dati non del tutto rappresentativi, ma il gap reddituale uomini/donne è comunque evidente.
Sappiamo che è un dato comune a tutte le professioni, ma non possiamo non cogliere che dietro questo stato di cose c’è una condizione femminile ancora oggi segnata da disparità sociale.
Per quanto in nostro potere, in questi anni abbiamo cercato di arginare la situazione attraverso interventi di welfare pensati per sostenere la parte femminile della nostra categoria, ma le carenze di welfare femminile e familiare che appartengono all’ecosistema del paese in cui viviamo incidono ancora sulla valorizzazione del lavoro femminile e sulla conciliazione vita-famiglia-lavoro.

LE PROSPETTIVE. La popolazione professionale è in crescita costante, accompagnata per ora da un costante allargamento del fatturato complessivo, che però non si traduce in un proporzionale aumento dei redditi. Solo quest’anno abbiamo osservato una lieve ripresa del reddito netto medio individuale, in calo dal 2007.
Quanto proseguirà questo trend? è difficile dirlo, ma sappiamo che come ogni mercato, anche quello della psicologia è destinato prima o poi ad arrivare ad una fase di stabilizzazione, o alla peggio di contrazione. Si tratta di cicli lunghi, ma come Ente di previdenza abbiamo la responsabilità di non farci cogliere impreparati.